VITO ALFARANO / incontro con l'autore e proiezioni
ven 13 ott
|Pesaro Cinema Astra
Incontro con l'autore e proiezione dei corti: - Il mio grido (7'42) - Milfshake (9'15) - The Passengers (14'47) INGRESSO GRATUITO
Quando & Dove
13 ott 2023, 17:30 – 18:10
Pesaro Cinema Astra, Via Gioacchino Rossini, 82, 61121 Pesaro PU, Italia
Informazioni
VITO ALFARANO
Incontro con l'autore e proiezione dei corti:
- Il mio grido (7'42)
- Milfshake (9'15)
- The Passengers (14'47)
INGRESSO GRATUITO
Il mio grido
Video realizzato con i detenuti della Casa Circondariale di Rovigo grazie al Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, P.R.A.P. di Padova e la Direzione del carcere.
Produzione Associazione Balletto Città di Rovigo & AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica, partner GoMotion
Concept and direction Vito Alfarano
Vocal laboratory Camilla Ferrari
Movement laboratory Vito Alfarano
Camera operator Ludovico Guglielmo
Sound design Simone Pizzardo
Photography Ludovico Guglielmo and Cesare Grandi
Music Simone Pizzardo and Camilla Ferrari
Editing Alessandro Gasperotto
Qual è la genesi di un grido? C’è un grido latente nell’uomo? Il grido è un suono che si insinua tra le viscere di chi vive. Uno squarcio che sta lì, nascosto, profondo, enorme, da sempre. Un grido pronto ad esplodere solo quando la solitudine e l’impossibilità di comunicare si tramutano in disagio dell’anima. Troppo per un solo uomo. Troppo per un uomo solo. Il mio grido è l’epilogo di una emozione che tra corpo e suono, si fa arte, un suono che non nasce dietro le sbarre, ma si sedimenta e cresce nell’arco di tutta una vita.
Il mio grido è il risultato artistico del laboratorio Oltre i confini svolto nel 2010 all’interno della Casa Circondariale di Rovigo. L’obiettivo è stato fornire ai detenuti un percorso artistico-formativo finalizzato ad una nuova riscoperta del sé e della relazione con gli altri. Attraverso tecniche vocali, di movimento e d’ improvvisazione il detenuto è stato condotto e stimolato verso un’esplorazione della propria emotività, basata su tecniche tangibili. Ogni singolo movimento e suono vocale è frutto di uno stimolo empirico che genera emozioni e sensazioni.
Lo sfondo bianco elimina qualsiasi possibilità di collocamento nello spazio.
La nudità esprime potenza, morbidezza, vivacità e fragilità.
Non sapendo nulla del corpo che sta sullo schermo, che sia bello, brutto, rugoso, ferito, vivace, giovane, vecchio, potente, gracile, lo spettatore non vedrà il detenuto, ma solo una semplice e complessa meraviglia, che si chiama UOMO.
La voce singola è uno scrigno unico di informazioni ed emozioni, intimamente legato al proprio vissuto e al luogo da cui si proviene, più voci insieme si fanno coro.
Le voci dei detenuti e i suoni elettronici compongono la musica originale, creando una relazione inscindibile tra corpo e voce, immagine e suono.
Milfshake
Production AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica
In collaboration with Mia Dance Challenge
Direction and choreography Vito Alfarano
Music Paolo Zambelli
Dialoguie and voice Marcello Biscosi
Costumes Silvio De Vito
Production assistent Carlotta Tateo
Video and editing Bruno Perrone
Second camera Cosimo Romanelli
Location Big Apple Nught Club
Con Angelo, Alessandra, Anna, Chiara, Daniela, Fernanda, Giovanna, Guendalina, Luciana, Marilena, Piera, Tiziana
L’amore al di là delle categorie: l’amore è amore.
Passeggero, eterno, lui c’è e lui lo senti, quando c’è.
Lui ti rende leggera, felice, con la testa tra le nuvole.
Ti tremano le mani e ti fa sudare.
Non c’è un’età per lui, l’amore. Anzi: più si cresce, più l’amore ti rende piccola.
Prova a mescolare le esperienze amorose di 11 donne: ognuna ha la sua storia e lui, l’amore, la guarda, la scruta. Lei è la protagonista, lui è lo spettatore, il voyeur.
Dieci donne che il gergo pop definisce “M.I.L.F.” ma che Milf, poi, lo sono davvero, o no?
Ognuna sceglie di essere quello che ha scelto di essere perché “donne non si nasce, donne si diventa”: e si diventa senza aver bisogno di un uomo. L’amore invece, quello, sì che le completa.
Le donne sono anche solidali e si scambiano tra di loro pensieri, anche i più peccaminosi e in gruppo, le donne, sono capaci di dirsi di tutto: anche a costo di qualche esagerazione o di qualche bugia.
La storia di queste dieci donne prende vita in un night: è lì che si spogliano dei loro freni inibitori e si raccontano, guardate, a vista, dal proprio lui: l’Amore. E a lui si riferiscono. Ognuna di loro vive con lui la propria passione: ammaliano e sono cacciatrici ma anche verginee e mansuete. Vogliono essere ciò che decidono di essere ma soprattutto si mostrano solo a lui: di cui non restano che alcuni panni, in terra. E si mescolano tra loro cosi come i loro racconti. Si scatenano d’avanti a lui manifestandogli timidezza, ammirazione, gioia, rabbia, rancore, desiderio , possesso, piacere e orgasmo.
Non sapremo chi è, ognuna di loro conserva il proprio segreto e questo sì, incoffessabile.
L’amore è lì che ti aspetta, a qualsiasi età…. Stai sognando?.... Beccata!!!
The Passengers
Produzione AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica
Idea e regia Vito Alfarano
Coreografie Vito Alfarano & Francesco Biasi
testi Michele Caiulo
rivisitazione testi Marcello Biscosi
Assistenti alla coreografia
Aurora Zammillo, Doriana Epicoco, Matteo Aprile
Con Andrea Summa, Angelo Cavaliere, Antonio D’Amuri, Lazzaro Di Lauro, Luigi Olaru Leon, Matteo Lamantea
Riprese e montaggio
Francesco Biasi o FF.Production
Con il supporto del
Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà Regione Puglia
Ministero della Cultura Italiana
Grazie a Valentina Meo Evoli, direttore della Casa Circondariale di Brindisi
Benvenuto Greco, Comandante della Polizia Penitenziaria Area Pedagogica
Con protagonisti gli ospiti della Casa Circondariale di Brindisi, THE PASSENGERS parla di attesa, di quel momento in cui tutto si ferma e si ha il tempo di riflettere per poi partire con consapevolezza. I passeggeri accolgono tutti nel loro vagone, l’importante è farsi trasportare dalla forza evocativa dei loro racconti. Raccontano l’attesa, il rapporto con il tempo, manifestano le loro fragilità e danzando si divertono, giocano con sè stessi. Tra letture di passi scritti in cella, musiche coinvolgenti e coreografie di gruppo, i protagonisti liberano tutti: perché ognuno è prigioniero di qualcosa che si porta dentro. E la condivisione è lo strumento per liberarsene.
La regia è di Vito Alfarano, mentre la coreografia è un lavoro a quattro mani tra lo stesso Alfarano e Francesco Biasi, coreografo under35 della compagnia.
I testi sono di Michele Caiulo che durante la sua detenzione metteva per iscritto sul suo diario pensieri e riflessioni. Scelti da Vito Alfarano e riadattati da Marcello Biscosi sono diventati la guida dello spettacolo.
Il progetto gode del supporto del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale del Consiglio Regionale della Regione Puglia ed è realizzato in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale di Brindisi, Ministero della Giustizia.