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Per la Giornata Internazionale della Danza tris di eventi alla Maddalena - Centro Arti Performative


Tre figure stilizzate che danzano
Manifesto di Hangartfest per la Giornata Internazionale della Danza

Nel contesto della Giornata Internazionale della Danza, promossa dall'UNESCO il 29 aprile di ogni anno, Hangartfest propone alla Maddalena - Centro Arti Performative, tre eventi aperti alla comunità.


Una ragazza che alza le braccia al cielo danzando
Masako Matsushita, foto di Plinio Marsan

Ad iniziare domenica 28 aprile alle ore 10.00 con Moving Trust, un workshop guidato da Masako Matsushita e basato sul movimento tridimensionale che esplora il potenziale tecnico e creativo dei partecipanti. Praticare la fiducia nel corpo collettivo attraverso la riscoperta del movimento.


Il workshop si concentra sull'intersezione di tre abilità cruciali: impegno collaborativo fisico, sviluppo della fiducia individuale e collettiva, e interpretazione creativa. Partendo da un riscaldamento, la lezione prosegue con attività che esplorano i seguenti elementi: creatività, partnership, consapevolezza del corpo nello spazio, percezione visiva, uso del focus, uso del peso e suo trasferimento nel corpo, lavoro individuale e di gruppo, improvvisazione guidata, collaborazione, flessibilità, respiro, fiducia e ascolto.

Il workshop attinge agli strumenti generativi del linguaggio della danza: una pratica basata sull'integrità del movimento e sulle funzionalità anatomiche del corpo intrinsecamente connesse al contenuto emotivo individuale.

L’adesione è gratuita previa prenotazione al form online




Sagoma di una danzatrice in penombra
Gruppo Volupts, foto di Luca Donatiello

La sera del 28 alle 20.30, in scena SEX.EXE il nuovo lavoro del giovane coreografo Pablo Ezequiel Rizzo. La performance, che sarà seguita da un momento di condivisione con il pubblico, solleva riflessioni attorno al tema dell’oggettivazione del corpo femminile, mediante la costruzione di immagini archetipiche tra danza, arti visive, parola e tecnologia.


Scrive il coreografo "SEX.EXE parte da un’indagine coreografica sul tentativo di liberarsi da un’immagine fissa, imposta dall’esterno, di ciò che dovrebbe o meno essere rappresentato - e rappresentativo - di un corpo. Da secoli la restituzione visiva della nudità, così come della libera espressione corporea, è stata oggetto di manipolazione, censura, e dictat precisi su ciò che fosse legittimo o meno mostrare. La semantica della raffigurazione non è quasi mai stata di monopolio del corpo stesso, l’autoaffermazione e autodeterminazione di come rappresentarsi si sono sempre scontrate con il veto dell’occhio esterno e di una censura binaria, eteronormativa, casta quanto castigata.

La coreografia ha inizio con tre corpi nello spazio che esplorano una dimensione di movimento bidimensionale, prendendo spunto proprio dalle prime figure umane rappresentate, dalla scrittura geroglifica egiziana, alla tradizione dei vasi greci alle pitture rupestri, all’iconografia religiosa. Il corpo non esplode di e in se stesso ma rimane nel binario predestinato della raffigurazione, incarnando le limitate possibilità espressive di una sagoma i cui gesti sono solo e unicamente schiacciati in due dimensioni.

La liberazione da questa imposizione arriva con la rottura delle traversate, con la ricerca di un’espansione tridimensionale, tesa ad una ricerca della propria individualità. Attraverso la scoperta della propria sensibilità, intesa come percezione del mondo attraverso i sensi, le sovrastrutture soccombono, in un processo trasformativo dove il sacro diviene profano e la rappresentazione del corpo diviene carne viva.

Lo studio iconografico alla base della costruzione del movimento traccia una vera e propria storia dell'umanità partendo dalle prime raffigurazioni, il primo individuare come raffigurare l'umano, per arrivare alla proposta di una nuova prospettiva. Il corpo non è più schiacciato, censurato, definito e incasellato, ma riesce a esplodere nella propria complessità, molteplicità e libertà di espressione oltre la definizione e, in qualche modo, anche oltre l'identità definita come gabbia.

SEX.EXE dunque non intende semplicemente restituire stereotipi perpetrati da secoli di narrazioni distorte, ma propone alternative di rappresentazione, attraverso una visione rinnovata del corpo al di là del binarismo di genere, dei ruoli e delle convenzioni".


Alla rappresentazione seguirà uno sharing con il pubblico.


Ingresso di cortesia € 3. La Biglietteria per la performance SEX-EXE è attiva presso il botteghino della Maddalena il 26 aprile dalle 16.00 e il 28 aprile dalle 19.00.



Un gruppo di attori danzatori
CC Brindisi e Compagnia AlphaZTL in SPETRI. Foto i Franco Deriu

Lunedì 29 aprile, alle 20.30, l’incontro Dinamiche evolutive della danza in carcere - Storia e attualità di un fenomeno, condotto da Vito Minoia, Presidente del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, sarà l’occasione per parlare dell’attività di danza che viene svolta nelle case di detenzione italiane. Interverranno i coreografi Dario La Ferla (Coreografo, Coreoregista, Danzaterapeuta all’Istituto Nazionale del Dramma Antico di  Siracusa) e Vito Alfarano (Coreografo, Direttore artistico della Compagnia AlphaZtl di Brindisi).


L'incontro è a cura di Teatro Aenigma all’Università degli studi di Urbino Carlo Bo 

nell’ambito di Due mesi per l’ XI Programma Nazionale di Promozione del Teatro e della Danza in Carcere (27 marzo – 31 maggio 2024).

Iniziativa promossa dal Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere in partnership con Ministero della Giustizia (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria  e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità), Istituto Internazionale del Teatro – ITI Unesco, con il Patrocinio di ANCT (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro), Rivista Europea “Catarsi-teatri delle diversità” e International Network Theatre in Prison.


Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.



Crediti foto (dall'alto in basso):

  • Masako Matsushita, foto di Plinio Marsan

  • Sex.exe, foto di Luca Donatiello

  • CC Brindisi e Compagnia AlphaZTL in SPETRI. Foto i Franco Deriu

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